giovedì 24 giugno 2010

padanopoli

copia e incolla da ilmessaggero.it


di Mauro Evangelisti
Ecco, un po’ come nella scena di Fantozzi e la corazzata Potemkin finalmente qualcuno l’ha detto. Magari poteva svegliarsi pure prima, visto che con la Lega ha sempre governato e spartito poltrone: però Gianfranco Fini l’ha detto e da bolognese ha tutti gli strumenti per affermarlo. La Padania non esiste, non è mai esistita, è un’invenzione degli ultimi vent’anni. La Padania è un’invenzione come Topolinia, Paperopoli e Gotham City.

Chi (come chi scrive) è nato ed è cresciuto ben all’interno degli ipotetici confini della Padania-Paperopoli, prima dell’avvento della Lega non ne aveva mai sentito parlare. Non solo: ha sempre saputo che, ad esempio, per un romagnolo o un emiliano con un friulano o un piemontese c’è la stessa distanza linguistica e culturale che c’è con un toscano, un abruzzese o un pugliese.

Questo non vuol dire che la Lega, negli anni, non abbia maturato meriti, alimentato il dibattito sul federalismo, forgiato anche una buona classe dirigente, indicato problemi reali. Ma per favore: risparmiateci la Padania, o almeno portateci pure Gotham City, Batman e soprattutto Catwoman.

mercoledì 23 giugno 2010

johnny nuovo, interessante recensione su librisulibri.it

copia e incolla da www.librisulibri.it

Johnny Nuovo: un thriller psicologico con i fiocchi

Quando ho finito di leggere Johnny Nuovo. Il ragazzo che non conosceva il mondo, scritto da Mauro Evangelisti e pubblicato da Cartacanta, ho deciso di aspettare prima di esprimermi al riguardo, perché avevo bisogno di metabolizzare. Se un libro deve essere metabolizzato e non si riesce ad esprimere un’opinione immediata, a mio giudizio, ci sono due possibili conclusioni…

…o è una menata storica, di quelle che non dimentichi, oppure è talmente profondo che hai bisogno di tempo per capirlo, e anche in questo caso non lo dimentichi.

In entrambi i casi, quindi, non lascia indifferenti. Johnny Nuovo non è una menata storica, per niente. E’un libro strano, a tratti inquietante, non è rilassante e non mette di buon umore. Una volta finito (e metabolizzato) la domanda che scalza tutte le altre è: ma allora qual è il senso della vita?

Ecco, è proprio questo il dubbio che lentamente si insinua negli occhi e nella mente durante la lettura. Spiego brevemente la trama, però, altrimenti ci perdiamo in inutili elucubrazioni.

K, uomo solo, ricchissimo e indurito dalle sofferenze e da un padre uxoricida, decide di crescere un bambino in una stanza grande come un campo di calcio, in cui non manchi nulla. Una stanza senza finestre e senza via d’uscita sul mondo esterno.

Il bimbo, figlio non suo, è Johnny Nuovo, che per i primi anni della sua vita crederà che il mondo sono K e la stanza grande come un campo di calcio.

Intorno, personaggi costruiti ad hoc intorno ad uno psicopatico (K) ed un bambino che non conosce il mondo, tutti avvolti in un velo di tristezza o rimpianto, o rassegnazione.

Lo stile dell’autore è volutamente giornalistico: immediato anche se si sviluppa su piani temporali diversi, pratico perché non si lascia andare a sentimentalismi ma lascia al lettore l’interpretazione delle emozioni dei personaggi. La psiche e l’anima di Johnny non vengono scandagliati, ma descritti come in un reportage giornalistico.

Un libro strano e interessante, che lascia spazio alle tante domande che spesso non vogliamo farci sulla vita e sul (non)senso che vogliamo darle.

sabato 19 giugno 2010

johnny nuovo, i commenti degli amici/4

Emanuela Dolci
“... adoro leggere ma era da tempo che non mi succedeva di finire un libro in due ore....bella la storia e ben scritto...”
Alessandro Barbano
“...un romanzo postmoderno, è una storia sull’emergenza della postmodernità, in cui viene presentato un mondo in cui non c’è più spazio per l’amore e l’odio, ma solo per la rabbia. È il mondo delle passioni fredde. Nessuno dei personaggi del libro ama o odia..."
Roberto Guantario
“...è ben scritto, si legge davvero tutto di un fiato, l’elemento positivo è che si presta a diverse interpretazioni..."
Stefano Valentini
“...leggerlo è stato come bere un’aranciata amara, mi ha lasciato una strana sensazione di vuoto pneumatico e nichilismo...”
Previously in Johnny Nuovo...
johnny nuovo, i commenti degli amici/3
Daniele Flamini
“...sto leggendo Johnny Nuovo, ma sei sicuro di non aver bisogno di uno psicoanalista?...”
Abi Morelli
“...che sei bravo lo sapevo e la tua opera quasi prima lo conferma...”!
Andrea Arena
“...quanto meno johnny nuovo ha il merito dell’originalità...”
Michelangelo Pasini
“...fra le altre cose, nel romanzo emerge la passione per i viaggi dell’autore...”
Massimo Pandolfi
“...fa riflettere la volontà di K di manipolare il ragazzo, un tema molto importante nella nostra società...”
Annalisa Tampellini
“... mi piacciono anche i passaggi dal passato al presente e la presenza di tantissimi personaggi, tutti interessanti (a proposito, tanto per partecipare a quel giochino del “personaggio che ti piace di più”, anche io rientro tra le tardone colpite dal pm)...”
Carlo Maria Ponzi
“...il capitolo più bello? Non ho dubbi: quello intitolato “Quel giorno” (p. 76), scritto, anzi montato con un andamento direi epico: mi ha ricordato, infatti, molte scene del mio regista di culto che risponde al nome di Sergio Leone, in special modo in “C’era una volta in America...”
Previously in Johnny Nuovo...
johnny nuovo, i commenti degli amici/2
Alessandra Migliozzi
“...un gradino sotto Ammaniti di come Dio Comanda, sullo steso gradino del Dazieri di Cemento armato...”
Valentina Possenti
“...bello il riferimento alle tre dimensioni temporali che si intreccia. insomma, bel lavoro...”
Fabio Rossi
“...secondo me il personaggio in cui l’autore si riconosce di più è quello di Franco, il ristoratore...”
Sandra Casadei
“...il grande problema che ho riscontrato è che è scritto così male che faccio fatica ad andare avanti...”
Clio Pedone
“...Centoundici pagine scorrevoli ed essenziali, che inducono il lettore ad una profonda speculazione sull’essenza dell’esistenza. Il lieto fine è l’illusione degli umani...”
Previously in Johnny Nuovo...
johnny nuovo, i commenti degli amici
I primi commenti degli amici sul mio romanzo “Johnny Nuovo”:
Romina Lapertosa
“...la storia è un po’ da psicopatici/sociopatici ma chi non lo è ai ns giorni?”
Andrea Spada
“...ho apprezzato la tua idea di sviluppare la storia su più piani temporali e mi sono piaciuti alcuni passaggi sulla descrizione dei personaggi, soprattutto relativamente alla loro povertà, non di soldi, ma di animo...”
Mara Pasquini
“...se uno ti conosce bene si vede che c’è molto di te nella storia...”
Pietro Piovani
“...è il prodotto di una mente malata...”
Alessia Marani
“...si legge velocemente ma ti resta in testa a lungo, ti fa pensare molto...”
Davide Desario
“...ci sono dei passaggi forti, duri, è un romanzo tosto...”
Enza di Monti
“...aò, ma voi giornalisti ve siete messi tutti in testa de fare gli scrittori?...”
Raffaella Troili
“... alla prima lettura ti lascia interdetta, alla seconda è bellissimo...”
Dina Nascetti
“...te lo leggi tutto di un fiato in una notte, perché ti cattura, ma mette una grande ansia...”
Chiara Partisani
“...la meglio è la giudice, la madame Bovary sfigata, mitica...”
Barbara Boattini
“...alla fine ti arrabbi con lo scrittore perché non spiega le ragioni che hanno spinto K a rinchiudere il bambino...”
Simone Canettieri
“...è bellissimo, in fondo K chiude Johnny in una stanza per proteggerlo dalla sofferenza, non vuole che soffra come ha sofferto lui...”
Matteo Alvisi
“...Una storia semplice e avvincente, costruita su diversi piani temporali...”
Stefania Piras
“...figure che fotografano l’instancabile sguardo del cronista e la sospensione lirica di chi impagina storie che durano un giorno...”
Giovanni Bartoloni
“...mi è piaciuto, però è troppo melenso il primo capitolo, con le rose lanciate in aria...”
Vanna Ugolini
“...bello. molto bello, ma vabbè, Garcia Marquez è un’altra cosa...”
Luca Benigni
“...mi è piaciuto assai ma mi ha comunque lasciato una sensazione come se mancasse ancora qualcosa, un pezzo, una via d’uscita...”
Fabio Fattore
“...coinvolge il lettore e lo trascina nei meandri di una mente malata ma lucida...”
(continua)

giovedì 17 giugno 2010

alejandro e vuvuzelas

copia e incolla dal ilmessaggero.it


di Mauro Evangelisti
L’estate ha un pregio: ci culla fra luoghi comuni e tormentoni. La ricerca del tormentone è essa stessa un tormentone. Una comprensibile fiera della banalità perché sotto l’ombrellone o in fila per un mojito non è che puoi parlare di filosofia.

La canzone. Vabbè, favoritissima “Alejandro” di Lady Gaga. Questo è il vero fenomeno del nuovo decennio, la bionda nasuta ha messo nel cestino tutte le altre icone del desktop, sfornato video che bruciano Youtube e conquistato articoli ed analisi anche sui giornali più paludati. Outsider? Fra gli italiani promette molto bene ”Faccia come il cuore”, mentre Shakira con “Waka waka” ha il traino dei mondiali...

L’argomento di discussione... E parlando dei mondiali, siamo già sfiniti non tanto dalle vuvuzelas (provate a vedervi una partita senza, vi sembrerà insipida), ma dalle battute sulle vuvuzelas. Eppure, sarebbe così bello averne a disposizione quando parla qualcuno che non ci sta tanto simpatico.

La moda. Così ad occhio, le pischelle, sulla scia dell’estate scorsa, camminano ormai sulle calzature da schiave, i pischelli si stanno buttando sui bermuda eleganti dai colori per cui serve l’hd, dal giallo al viola, con la camicia rigorosamente sotto (evitare i quarantenni con la pancia, rischiano di sembrare uno di quei protagonisti del film “Gomorra” tutti firmati).

Le frasi. Una non si batte mai: «E’ proprio vero, d’estate i giornalisti non sanno cosa scrivere».

domenica 13 giugno 2010

johnny nuovo, i commenti degli amici/3

Daniele Flamini
“...sto leggendo Johnny Nuovo, ma sei sicuro di non aver bisogno di uno psicoanalista?...”
Abi Morelli
“...che sei bravo lo sapevo e la tua opera quasi prima lo conferma...”!
Andrea Arena
“...quanto meno johnny nuovo ha il merito dell’originalità...”
Michelangelo Pasini
“...fra le altre cose, nel romanzo emerge la passione per i viaggi dell’autore...”
Massimo Pandolfi
“...fa riflettere la volontà di K di manipolare il ragazzo, un tema molto importante nella nostra società...”
Annalisa Tampellini
“... mi piacciono anche i passaggi dal passato al presente e la presenza di tantissimi personaggi, tutti interessanti (a proposito, tanto per partecipare a quel giochino del “personaggio che ti piace di più”, anche io rientro tra le tardone colpite dal pm)...”
Carlo Maria Ponzi
“...il capitolo più bello? Non ho dubbi: quello intitolato “Quel giorno” (p. 76), scritto, anzi montato con un andamento direi epico: mi ha ricordato, infatti, molte scene del mio regista di culto che risponde al nome di Sergio Leone, in special modo in “C’era una volta in America...”

Previously in Johnny Nuovo...
johnny nuovo, i commenti degli amici/2
Alessandra Migliozzi
“...un gradino sotto Ammaniti di come Dio Comanda, sullo steso gradino del Dazieri di Cemento armato...”
Valentina Possenti
“...bello il riferimento alle tre dimensioni temporali che si intreccia. insomma, bel lavoro...”
Fabio Rossi
“...secondo me il personaggio in cui l’autore si riconosce di più è quello di Franco, il ristoratore...”
Sandra Casadei
“...il grande problema che ho riscontrato è che è scritto così male che faccio fatica ad andare avanti...”
Clio Pedone
“...Centoundici pagine scorrevoli ed essenziali, che inducono il lettore ad una profonda speculazione sull’essenza dell’esistenza. Il lieto fine è l’illusione degli umani...”

Previously in Johnny Nuovo...
johnny nuovo, i commenti degli amici
I primi commenti degli amici sul mio romanzo “Johnny Nuovo”:
Romina Lapertosa
“...la storia è un po’ da psicopatici/sociopatici ma chi non lo è ai ns giorni?”
Andrea Spada
“...ho apprezzato la tua idea di sviluppare la storia su più piani temporali e mi sono piaciuti alcuni passaggi sulla descrizione dei personaggi, soprattutto relativamente alla loro povertà, non di soldi, ma di animo...”
Mara Pasquini
“...se uno ti conosce bene si vede che c’è molto di te nella storia...”
Pietro Piovani
“...è il prodotto di una mente malata...”
Alessia Marani
“...si legge velocemente ma ti resta in testa a lungo, ti fa pensare molto...”
Davide Desario
“...ci sono dei passaggi forti, duri, è un romanzo tosto...”
Enza di Monti
“...aò, ma voi giornalisti ve siete messi tutti in testa de fare gli scrittori?...”
Raffaella Troili
“... alla prima lettura ti lascia interdetta, alla seconda è bellissimo...”
Dina Nascetti
“...te lo leggi tutto di un fiato in una notte, perché ti cattura, ma mette una grande ansia...”
Chiara Partisani
“...la meglio è la giudice, la madame Bovary sfigata, mitica...”
Barbara Boattini
“...alla fine ti arrabbi con lo scrittore perché non spiega le ragioni che hanno spinto K a rinchiudere il bambino...”
Simone Canettieri
“...è bellissimo, in fondo K chiude Johnny in una stanza per proteggerlo dalla sofferenza, non vuole che soffra come ha sofferto lui...”
Matteo Alvisi
“...Una storia semplice e avvincente, costruita su diversi piani temporali...”
Stefania Piras
“...figure che fotografano l’instancabile sguardo del cronista e la sospensione lirica di chi impagina storie che durano un giorno...”
Giovanni Bartoloni
“...mi è piaciuto, però è troppo melenso il primo capitolo, con le rose lanciate in aria...”
Vanna Ugolini
“...bello. molto bello, ma vabbè, Garcia Marquez è un’altra cosa...”
Luca Benigni
“...mi è piaciuto assai ma mi ha comunque lasciato una sensazione come se mancasse ancora qualcosa, un pezzo, una via d’uscita...”
Fabio Fattore
“...coinvolge il lettore e lo trascina nei meandri di una mente malata ma lucida...”
(continua)

venerdì 11 giugno 2010

giovedì 10 giugno 2010

de rossi ha i maroni

copia e incolla da ilmessaggero.it

di Mauro Evangelisti
E così bisogna difendere Daniele De Rossi. Che fra l’altro si sa difendere benissimo da solo, e non solo in campo. Pare che in Italia si possa tranquillamente spendere parole indecorose sul Tricolore in più occasioni ed essere allo stesso tempo partito di governo; si possa continuare ad essere uomini in divisa anche dopo una condanna per una delle pagine più nere del Paese, quella del G8 di Genova, che umilia la stragrande maggioranza degli uomini in divisa rispettosi delle regole (a volte anche in modo eroico); ma se indossi la maglia azzurra, che magari al ministro leghista non piace come non piace al delfino-trota leghista che ha tranquillamente detto di non tifare Italia, allora non hai diritto di parola. Non puoi criticare uno strumento come la tessera del tifoso: magari è sacrosanto e il migliore del mondo, ciò non significa che non ci sia libertà di non condividerlo e di criticare con una battuta l’operato di alcuni poliziotti. Proprio perché le forze dell’ordine, in una democrazia, servono anche a difendere il diritto di criticare. Ieri il ministro Maroni è tornato alla carica: Daniele De Rossi andava punito. Magari potevano costringerlo a giocare nella ”nazionale” della Padania.

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