sabato 31 luglio 2010

iphone 4, i misteri della mela

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di Mauro Evangelisti
Misteri della mela. Con un telefonino da 80 euro puoi fare le videochiamate, con l’iPhone 3 no. E con il 4 che è uscito in Italia oggi puoi videochiamare, certo, ma con limitazioni balorde, solo sulla rete wi-fi e verso un altro iPhone. Con un telefonino da 300 euro fai foto bellissime da 8 megapixel. Con l’iPhone 4 di cui parla tutto il pianeta e che costa il doppio ti devi accontentare di 5 megapixel, nella vecchia versione arrivavi a 3. Quando uscì il primo, che cambiò per sempre il mondo dei cellulari imponendo ad esempio i touchscreen e lo schermone, l’iPhone non inviava neppure gli mms (vale a dire i messaggi con le foto), cosa che facevi con il solito telefonino da 80 euro.

Per non parlare della durata della batteria, delle limitazioni al trasferimento dei file con il bluetooth, del caso dell’antenna sollevato per l’ultima versione del melafonino.

Eppure il piccolo grande giocattolo, con le sue infinite, cervelttoriche o geniali applicazioni che oscurano e fanno dimenticare non solo i difetti, ma la funzione stessa - banale - delle telefonia, anche oggi conquista l’attenzione delle rete, dei media, dei clienti in fila davanti agli store. Il prodigio sta tutto lì, in questa combinazione di design, genialità e marketing.

E così Nokia, Samsung e le altre ogni giorno devono sfornare nuovi modelli per inseguire il consumatore; Jobs invece si limita all’iPhone per vedersi inseguito dai consumatori. Misteri della mela.

giornalisti e sicari

Ormai è normale che i giornalisti siano dei sicari. fanno ottime inchieste, ottimi pezzi, dettagliati, corretti, ma solo quando serve al loro editore. la stampa berlusconiana si è scatenata contro fini. ottimi pezzi. ma perché non li facevano anche quando fini era un fedele alleato? davvero il giornalista è un sicario da mettere in campo quando serve a difendere gli interessi dell'editore? sia chiaro: la pratica dei giornalisti sicari non è solo della stampa berlusconiana, tutt'altro. è generalizzata. ma una riflessione andrebbe fatta.

giovedì 29 luglio 2010

i-pd

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di Mauro Evangelisti
D’accordo, nel Pdl fanno le cose in grande, quando c’è una crisi matrimoniale ci sono le scene madri sulle piazze mediatiche e gli sguardi furenti di Silvio e Gianfranco. Ma almeno quello è un grande film di amori e tradimenti. Nel Partito democratico invece siamo alle soap opera incomprensibili, raffazzonate e con produzione a basso costo. In prima serata non finirebbero mai.

Così, la guerra fra bande neanche tanto giovanili per l’elezione del nuovo segretario del Pd del Lazio è perfino difficile fare una sintesi. Alla fine perdi il filo nello spiegare chi sta con chi, chi è contro chi, dove sono i confini dell’Area democratica e quelli dei Popolari, chi sono i mariniani di Marino, chi sono i fioroniani, cosa programmano i zingarettiani, cosa vogliono davvero i gasbarriani, cosa orchestrano i vertici bersaniani, cosa stanno tramando i dalemiani, perché Vendola può influenzare perfino gli equilibri laizali.

Pensare che il segretario che si è dimesso, dopo neppure un anno senza molta gloria, era il frutto delle tante celebrate primarie, quelle dei gazebo, delle code, della partecipazione, sia pure con il correttivo di un accordo fra correnti. Oggi, 29 luglio, invece di pensare alle ferie, l’assemblea del Pd prova a scegliere il nuovo segretario del Lazio. Senza sapere bene quale sia la formula giusta (maggioranza relativa? assoluta? primarie in autunno?), mentre i vari big sparano dichiarazioni alle agenzie (veniamo, non veniamo, veniamo ma non votiamo). Qualche giorno fa alla Festa dell’Unità di Roma c’erano migliaia di militanti che si sorbivano impassibili dibattiti su dibattiti. C’è ancora voglia di vera politica. Nella base.

martedì 27 luglio 2010

cina, serbia, cambogia, roma, italia

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di Mauro Evangelisti
Notizie dal mondo reale. Unite, se volete, i punti. La Fiat decide di produrre la nuova monovolume in Serbia. A Roma scoperto l’ennesimo laboratorio dove operai cinesi, anche minorenni, lavorano in condizioni di quasi schiavitù, i committenti finali sono importanti griffe italiane. In Italia si parla sempre meno di generazione 1.000 euro, forse perché bisognerebbe ribattezzarla generazione 800 euro. In Cambogia qualche settimana fa sciopero indetto da un sindacato, che al contrario degli altri riteneva insufficiente l’aumento dello stipendio minimo nelle fabbriche da 56 a 61 dollari mensili, «i prezzi nei negozi sono sempre più alti», spiegava davanti alle telecamere una giovane operaia. In Italia uno dei concetti che si respira di sovente nelle grandi aziende è «cari lavoratori a tempo indeterminato non lamentatevi, non capite quanto siete fortunati». In Italia, secondo Confcommercio i consumi restano bassi e molte famiglie rinunciano alle vacanze o le riducono. In Italia, ormai, nessuno dice più «taglieremo le tasse perché così, vedrete, l’economia volerà». E a Roma e nel Lazio si va verso nuovi aumenti di Irpef, Irap e tariffe. Intanto, il dibattito si sofferma sulla presunta P3, le pratiche di divorzio fra Fini e Berlusconi, il complotto interno al Pdl per gettare ombre sui gusti sessuali del presidente della Campania, a quanto pare molto più insidiosi dell’infamia di essere vicino alla Camorra. Unire i punti, ognuno ci veda ciò che vuole.


e i primi - interessanti - commenti, sempre da ilmessaggero.it:

rivoluzione industriale...
Come confermano i post precedenti al mio, tanta gente ha potuto vedere con i propri occhi il regresso ad un secolo fa, o giù di li. Io sono uno di quei "fortunati" che cita il bell'articolo, 22 anni di servizio e 1.200 € al netto di prestiti. Pago un mutuo di 600 euro mensili, la mia "azienda", una ASL, rifiuta da tre anni di pagarci il saldo degli incentivi, progressioni di carriera sconosciute, ma frotte di giovanissimi con contratti a progetto, part time, fatti lavorare ben oltre il normale orario (e chi si ribella!), addirittura dirigenti sanitari (medici) che dirigono da anni interi Servizi con contratto a tempo determinato, sotto botta continua della paura di non vedere i rinnovi. La corda si sta tirando troppo, troppo....
commento inviato il 27-07-2010 alle 14:50 da lupo2

Unire i punti?
Difficile poterlo fare senza provare ,contemporaneamente, un profondissimo senso di frustrazione! In particolare nelle generazioni, dell'attuale 3° e 4° età! Le quali, si dovrebbero chiedere, " dove abbiamo sbagliato ? " Come è possibile che, oggi il mondo del lavoro sia, peggiorato rispetto alle già gravi , condizioni di quando NOI siamo entrati in quel mondo, fine anni 40?Abbiamo lottato, convintamente ed eravamo riusciti nel miracolo, non quello effimero degli anni 50/60, di redistribuire in modo più equanime la ricchezza prodotta dal paese! Dagli anni 80,è stato un lento quanto inesorabile declino, con un'altrettanto costante emorragica perdita di diritti elementari, che credavamo graniticamente intoccabili! Noi, pur vecchi ed avvizziti, non possiamo sottrarci alle ns. responsabilità, rigettando tutto sul " benaltrismo ". Purtroppo,consapevolmente o meno, risultiamo complici di quanto avvenuto, il chè non è un bilancio positivo per le ns. generazioni! Per nulla! Rimane comunque una certezza! La questione morale, checchè ciancino alcuni cenciaioli, si è di molto deteriorata , rispetto all'idealismo di 40/50 anni or sono, e ciò, ha contribuito in modo determinante a provocare le macerie che abbiamo davanti!
commento inviato il 27-07-2010 alle 12:42 da 32017193

Fiat
Ricordo che tempo fa (in occasione di qualche elezione) fu intervistato un lavoratore della Fiat di Torino dicendo che avrebbe votato per Berlusconi perchè bla bla bla.......
Questi sono i risultati, la Fiat può fare quello che vuole perchè il governo se ne frega dei lavoratori i Cisl e Uil firmano l'accordo di Pomigliano
meditate gente meditate
commento inviato il 27-07-2010 alle 10:32 da Priamo99

Ha ragione Evangelisti, schiavi del lavoro sono anche italiani!
Credetemi quando, ormai quasi quarant’anni fa, ho cominciato a vedere le prime mani di operai sotto le presse (per fortuna o per disgrazia, non so, senza gli operai), quando un anziano manovale della mia fabbrica mi fermò, per mostrare a me giovane Rappresentante Sindacale, la sua busta paga dove si leggeva che guadagnava la metà di me, giovane impiegato agli inizi della carriera. Quando dopo una decina di anni ho potuto vedere queste vergogne, quasi completamente superate, non pensavo si potesse ritornare oggi a situazioni pari o forse peggiori di quelle di oltre un secolo fa, all' epoca del "Sciur padrun da li beli braghi bianchi".
I nuovi schiavi sono spesso coloro che avevano un lavoro a tempo indeterminato che l'hanno perduto, magari padri e madri di famiglia, che non possono andare troppo per il sottile, pur di "tirare avanti la baracca".
Credo di aver già scritto in un post di quell'imprenditore italiano il quale, ormai un paio di anni fa, resosi conto che in Romania il costo del lavoro diventava "eccessivo" per lui, ingaggiò (o dobbiamo dire deportò), lavoratori dal Bangladesh e lavoratrici dalla Cina, li mise a dormire in "confortevoli stanze a norma" (sic!), pagandoli 200 euro mensili. Vi pare poco? Ma sono spesati di tutto!
Anche in Italia arriveremo a questo?
Intanto in Italia abbiamo lavoratori che hanno un contratto part time, lavorando full time, che "firmano" buste paga, con soldi che non ricevono, inquadrati in categorie infime... Non sono schiavi anche loro?
commento inviato il 27-07-2010 alle 10:02 da Matthias

cina, serbia, cambogia, roma

sabato 24 luglio 2010

calippo, bira, doccetta

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di Mauro Evangelisti
Le telecamere di un canale satellitare all news, la collaborazione di uno smanettatore del computer che si è divertito a montare i sottotitoli, la forza propulsiva di Internet dalla base di partenza di Youtube, i link rilanciati chissà quante volte su Facebook, i video ripetuti in streaming sui computer, sugli ipad, sui netbook, sugli smartphone, magari in spiaggia se c’è pure il wi-fi, i siti dei grandi giornali che l’hanno adottato, le radio che hanno fiutato il caso, i quotidiani stampati sulla vecchia carta che hanno approfondito, chissà presto anche le voci confezionate in mp3 e usate come suonerie. Ecco, per creare il tormentone dell’estate c’è voluto l’uso massiccio di tutte le tecnologie, la connessione e la complicità fra tutti i canali di comunicazione, vecchi e nuovi. Sovvertito e surclassato qualsiasi progetto pensato a tavolino. Ma soprattutto c’è voluta la simpatia, la leggerezza e la spontaneità di Debora e Romina, le due ragazzine diventate famose per l’intervista sulla spiaggia di Ostia. Come dire, il fattore umano conta. Per fortuna.

martedì 20 luglio 2010

cesare e cesaroni

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di Mauro Evangelisti
Più che Cesare, qui siamo ai Cesaroni. Sì, perché va pure bene avere il gusto della battuta, ma Silvio Berlusconi sta diventando come lo zio vecchietto con il capello tinto, quello che tutti gli anni se ne va in vacanza in Brasile a sfoggiare la bandana malgrado l’età e a spendere la pensione, e poi lo rivedi a Natale quando fa, implacabilmente, sempre le stesse battute grevi. Ormai trasforma tutto ciò che tocca in un vecchio film con Gianfranco D’Angelo, quelli che trovi in qualche canale rilegato in fondo alla numerazione del digitale terrestre.

E così - ma che originale, ma che birbone, ma che belle idee innovative - riecco la battutona su studentesse avvenenti e Rosy Bindi. Wow, ma come gli vengono? Qui non si tratta di avere o non avere senso dell’umorismo, non è più un problema di buon gusto, qui è un problema di noia. A zio Si’ «sta battuta sulla Bindi l’hai già fatta l’anno scorso».

l'estate di johnny nuovo

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5 libri e 1 eBook per un’estate da leggere
20 luglio 2010 | Autore: Elda

Oggi vi propongo 5 libri e 1 eBook per un’estate da leggere. Come dire, un altro po’ di consigli libracciosi, che siate o meno sotto l’ombrellone.

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1. Johnny Nuovo, di Mauro Evangelisti. Se siete appassionati di thriller a tutto tondo, questo è il libro che fa per voi. Strano, intenso e originale, Johnny Nuovo ha lasciato un segno in chi l’ha letto. Lo so perchè ho fatto una mini indagine.

2. 101 modi per diventare bella, milionaria e stronza, di Eliselle. Poteva mancare il manualetto di autostima per le fanciulle un po’ giù di corda? Certamente no. Leggero come l’aria, questo libro potrebbe rivelare qualche piccolo segreto di autovalorizzazione che, magari – ma proprio magari-, non ci è ancora frullato per la testolina. Chissà. Se non altro è divertente. Pare.

3. L’uomo dei cerchi azzurri, di Fred Vargas. Ebbene sì, grazie all’amica Tina, ho scoperto la Vargas e L’uomo dei cerchi azzurri lo suggerisco caldamente – a dispetto della calura- . Anche perchè lo sto leggendo ora e sono fresca di entusiasmo. Mi piacciono i personaggi, mi intriga la storia -un giallo affatto convenzionale- e mi convince molto lo stile.

4. Facciamo l’amore. Guida al sesso felice, di Lorena Berdùn. Non potevo non metterlo nella lista…dai. Primo perchè la sessuologa madrilena è simpatica e poi perchè d’estate si parla di sesso a tutte le ore, in ogni luogo e in ogni occasione. E quindi beccatevi questa guida frizzantina e spregiudicata per un’estate molto hot- e scusate l’inglese ma fa tanto modaiola.

5. La donna delle rose, di Charlotte Link. Un bel libro da leggere perchè pieno di personaggi con storie ben definite. Cioè non vi esaurite cercando di capire chi fa cosa. Anzi, tiene viva l’attenzione per tutto il tempo della lettura , nonostante le 500 pagine. Perfetto per l’ombrellone,insomma, e poi c’è pure uno sconticino che non guasta.

6. Io lavoro in tivu, di Mario Garofalo. L’eBook del dulcis in fundo. Il diario di un trentenne precario -mavà- che racconta la sua esperienza di lavoro per un’emittente televisiva. Il lavoro gli piace, della precarietà non ne fa un dramma ma, a volte, si chiede se il mondo lìffuori non sia più interessante…

Ecco fatto. Ho dimenticato qualcosa…? Ah, sì certo. Buona lettura a tutti!
http://librisulibri.it/2010/07/20/5-libri-e-1-ebook-per-unestate-da-leggere/

giovedì 15 luglio 2010

in rete per sempre

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di Mauro Evangeslisti
Il pensiero va a un bravo collega di una piccola città del litorale laziale morto troppo giovane. Fra le sue mille attività, gestiva un sito d’informazione e fino all’ultimo, anche dal suo letto in ospedale, ha continuato caparbiamente ad aggiornarlo.

Su quel sito gli amici hanno condiviso on line un video per ricordarlo. Ma colpisce, rende più tristi e fa riflettere, leggere la notizie che lui stesso fino all’ultimo giorno ha scritto. Ecco. Cosa resterà non solo del sito di questo amico che se ne è andato troppo presto ma anche delle tracce in rete di chi non c’è più? Cosa resterà delle pagine su Facebook, su Myspace, dei video caricati su Youtube, delle foto condivise su Flickr o Pikasa, dei blog delle persone che, purtroppo, ogni giorno, ogni minuto, muoiono?

Frammenti sparsi in quel cielo infinito che è la rete. Nei giorni scorsi si è parlato di un sito, Mywebwill, creato da due ragazze svedesi, a cui chiunque può affidare tutte le proprie password e decidere cosa farne in caso di morte: cancellare tutto, consegnarle ad amici a parenti, addirittura inviare una mail di addio. Ma forse è più bello pensare che sia meglio lasciare tutto, in una sorta di vita virtuale oltre la morte reale, ai meccanismi del cielo indecifrabile di internet.

lunedì 12 luglio 2010

non è mica da questi particolari

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di Mauro Evangelisti
E così Olanda-Spagna. Un epilogo inedito, chiunque vincerà sarà al suo primo trionfo. Tuttavia la finale sarà fra due nazionali dell'Europa ricca, anche un mondiale caricato dalle aspettative della prima volta in Africa farà vincere una nazione con la pancia piena. Eppure, fra le tante immagini che ci consegna alla nostra memoria questo Mondiale 2010, ce n'è una che non parla di un vincitore.

Piccolo flashback: quarti di finale Ghana-Uruguay, una squadra africana è a un centimetro dal risultato storico, l'accesso alle semifinale, sta aprendo il portone del condominio di lusso delle prime quattro. 1-1, secondo tempo supplementare, ultimo minuto, anzi qualche respiro oltre, il Ghana attacca, avanza, azzanna alla gola l'Uruguay, la palla sta per entrare, il portiere è battuto, tutta l'Africa si sta alzando in piedi, ma la mano disperata di Suarez ferma la palla e ferma l'Africa.

Vabbè, dicono tutti, il primo passo nella storia del Ghana è rinviato solo di qualche minuto, il tempo di tirare il calcio di rigore. Sul dischetto va Gyan, 24 anni, vasta esperienza in Italia, mondiali ben giocati. Se segna, è fatta, l'Africa esplode, lui sarà ricordato per sempre. Tira. Sapete tutti come andata a finire: l'Africa si rimette a sedere, il pallone schiaffeggia la parte alta della traversa e scompare alto, verso quegli dei del pallone che, come spesso succede agli dei, non amano le favole con un lieto fine e non amano quelli con la pancia ancora non abbastanza piena che pensano di vincere. Gyan non ci crede. Al suo destino che sembrava scritto manca proprio l'ultima pagina. La partita è finita e si va ai calci di rigore che, dei del pallone maligni fino in fondo, fanno vincere l'Uruguay. Addio Africa, addio pance non tanto piene.

Eppure, l'immagine da ricordare non è questa, è un'altra: non è il Gyan sconfitto, è il Gyan che subito dopo avere sbagliato il calcio di rigore più importante della sua vita, ha le palle per andare a calciare il primo dei penalty della serie da cinque. Va e segna.

Piace pensare che dovremmo tutti avere il coraggio e la forza dopo avere fallito il calcio di rigore più importante della nostra vita, di alzarci e tirarne subito un altro. Un errore è un errore, se ti resta la paura è un abisso.

regione e sentimento

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di Mauro Evangelisti
Ottime notizie dalla Regione Lazio. Certo, causa debiti si taglia la sanità e ci si avvia a un ulteriore aumento di Irpef e Irap, però la situazione non deve essere tanto malvagia se la nuove presidente, Renata Polverini, è riuscita a dare tredici nuovi posti di lavoro da 12 mila euro al mese a un gruppone di politici, formando una giunta quasi tutta di assessori esterni: significa in soldoni altra gente da pagare oltre ai già in sovrannumero 73 consiglieri. Di più: la Regione Lazio si oppone ai sacrifici chiesti da Tremonti, ma le cose devono andare benone se negli uffici si assumono più persone di quante ne servano. Così, quando una componente dello staff del segretario generale, assunta da pochi giorni, (solo per caso giovane e bionda e non un impiegato sovrappeso, con la barba e stempiato) ha espresso il desiderio di andare in missione all’estero con il premier, la Polverini non ha risposto come avrebbe fatto il vostro capoufficio ”ma qui come facciamo, siamo quattro gatti”. No, ha detto ”per carità, vai pure”.

D’altra parte, pare, il presidente del Consiglio riteneva tanto importante offrire la possibilità a una neoassunta dalla Regione Lazio (solo per caso giovane e bionda e non un impiegato sovrappeso, con la barba e stempiato) di fare esperienza a Toronto al G20. La Regione Lazio deve passarsela molto bene e avere abbondanza di personale, perché in qualsiasi posto di lavoro se sei stato assunto da pochi giorni difficilmente ti beneficiano senza batter ciglio di un lungo permesso.

Non retribuito, permesso non retribuito, si è affrettata a precisare la Polverini (e ci mancherebbe pure il contrario, deve avere pensato l’impiegato sovrappeso, quello con la barba e stempiato). In sintesi: in un periodo in cui si chiedono sacrifici, sacrifici veri, ai cittadini di Roma e del Lazio, questi esempi come immagine hanno la gradevolezza di un concerto di unghie che grattano la lavagna. A proposito: di questo passo fra qualche mese anche il mantra Marrazzo però.. non funzionerà più.

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