giovedì 26 agosto 2010

cesena-juventus, 1976

copia e incolla da ilmessaggero.it

di Mauro Evangelisti
Tac, ci siamo. Udinese-Genoa e Roma-Cesena, sabato già ricomincia il campionato. Riprese in hd, presto in tre dimensioni, telecamere negli spogliatoi e sotto ogni zolla del campo, anticipo, posticipo, calcio prima e dopo i pasti, ma anche durante i pasti perché c'è la novità del match a pranzo, e poi allo stadio i tornelli, la tessera del tifoso, le proteste degli ultras. Partite sul satellite, sul digitale terreste, in pay tv e in pay per view, qualche volta perfino gratis perfino sul vecchio analogico dove ancora arriva. Tutto bene, benissimo. Però se ogni stagione siamo ancora qui a parlare di calcio è perché il campionato è sempre il riflesso di un ricordo, la memoria di un sentimento che ci hanno scavato dentro. E' il ragazzino di sei anni che il papà porta all'Olimpico e diventa romanista quando vede un gol di Vucinic o laziale per un'acrobazia di Muslera. Comincia tutto di lì, altrimenti non c'è hd, fabiocaressa e ilariadamico o telecamera negli spogliatoi che tengano. Ecco, sabato c'è Roma-Cesena. Per me il ricordo origine di tutto è un Cesena-Juventus a metà degli anni Settanta, dopo il pranzo dalla nonna dove portavi le paste, allo stadio Manuzzi con il babbo, le curve altissime tutte di tubi Innocenti che ballavano e restavano in piedi per miracolo, le prese in giro in dialetto bonarie dei vicini di posto perché sei juventino («nel parcheggio c'è una 131, gli Agnelli l'hanno già regalata all'arbitro»).

E poi in campo Bettega, sì c'era Bettega, proprio lui, non sembrava vero, fino a quel momento lo avevi visto solo in biancoenero (non solo la maglia) sul televisore che ancora non aveva il telecomando. Vinse il Cesena 2-1, la delusione fu nulla rispetto all'emozione della prima partita di serie A al Manuzzi. Ognuno custodisce un ricordo della prima volta allo stadio ed è da lì che comincia tutto. Il calcio in hd è bellissimo ma quel Cesena-Juventus era un'altra cosa.

sabato 21 agosto 2010

shakira, ti hanno visto ballare a una fontana

copia e incolla da ilmessaggero.it

di Mauro Evangelisti
Andate su Youtube e cercate ”Shakira bailando en una fuente de Barcelona”. Vedrete un video girato da un telefonino l’altro giorno in cui una delle donne più famose (oltre che più belle) del mondo balla tranquillamente nella fontana di Pla de Palau, insieme a una giovane turista che si fa fotografare con la star di Barranquilla.

In pochi secondi, increduli, nella fontana entrano altri turisti (guarda caso i più entusiasti sono i maschi) che si mettono a fare una cosa che non avrebbero mai osato sognare: ballano con Shakira. Ciò che colpisce, dimenticando per un secondo le sue curve e il suo sorriso, è la naturalezza con cui Shakira si mescola ai turisti e balla con loro, senza la glaciale diffidenza o la vera paura della folla che hanno spesso le stelle internazionali.

Shakira era a Barcellona per girare un video musicale e in un’altra immagine si vede a bordo di una moto (senza casco). Ma fare il bagno in una fontana, a Barcellona è vietato. Esattamente come a Roma, dove i vigili sono spesso costretti a intervenire per fermare i turisti che non si rendono conto dei danni che possono provocare ai monumenti. Così, ora la città di Barcellona sta pensando di multare Shakira: sulla moto era senza casco e quel bagno-balletto nella fontana non rappresenta proprio un bell’esempio.

C’è solo un piccolo problema: quella multa non vale neanche un milionesimo di quanto incassato con la sola ”Waka Waka” da Shakira, pagare per lei non sarà proprio traumatico.

giovedì 19 agosto 2010

i balconing di ibiza

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MAURO EVANGELISTI
Si chiama balconing ed è una follia d’estate un po’ troppo folle, visto che uccide. Su Youtube ci sono molti video per documentarlo con rischio a rimorchio di una sconsigliatissima emulazione. Il quotidiano spagnolo El Pais ieri aggiornava una macabra contabilità: trenta ragazzi feriti, sei morti. L’ultimo caso: un turista ventitreenne finito in ospedale a Palma di Majorca, dopo un salto dal balcone della sua camera dell’hotel. Succede alle Baleari - Ibiza e Palma di Majorca. E vede protagonisti turisti molto giovani - soprattutto del nord Europa, per una volta gli italiani sono un filo più intelligenti. Spesso alimentati da alcol e droghe sintetiche, si gettano dai balconi degli hotel. Terzo, quarto, quinto piano, in alcuni casi provano a spostarsi in altre stanze, magari occupate da ragazze, di frequente, come si vede su Youtube, a centrare la piscina. I riti di iniziazione esistono da quando esiste il mondo, ma questi sono, come dire, particolarmente stupidi e pericolosi. Spiegava a El Pais un albergatore di Ibiza: «Questi ragazzi si sentono eroi, ma in realtà sono dei kamikaze». Ora alle Baleari stanno pensando di realizzare delle campagne educative, con immagini che mostrano non le prodezze di chi centra la piscina, ma gli effetti tragici e crudi sui corpi di chi sbaglia mira.

mercoledì 18 agosto 2010

alemanno: a roma tassa sui cortei

ma si farà pagare anche gli arretrati per la marcia su roma?

giovedì 12 agosto 2010

evangelisti ed elisabetto

Visto che ormai si fa a gara per raccontare aneddoti sul povero - si fa per dire - Giancarlo Elisabeth Tulliani, voglio raccontare anch’io un piccolo episodio: i nostri percorsi s’incrociarono. Era il 1999 o giù di lì, lui allora aveva la Porsche oggi ha la Ferrari, io avevo la Scenic oggi la Megane, la sorella amava Gaucci, oggi Fini. Lui era giovane vicepresidente della Viterbese grazie al decisivo cognato Lucianone, io lavoravo alla cronaca di Viterbo del Messaggero e ogni tanto mi occupavo pure di sport. La Viterbese, C1, era al centro dell’attenzione dei media nazionali, non per Tulliani, allora sconosciuto, ma perché nelle prime giornate Gaucci s’inventò il primo allenatore donna, Carolina Morace. Un giorno sulla pagina di Viterbo sport del Messaggero c’inventammo un blob con i frammenti più divertenti degli articoli sulla Viterbese usciti su tutti i giornali nazionali. Citammo anche l’allora inviato del Corriere della Sera, Padovan, che scrisse di quel perfido soprannome che la perfida città di provincia si era inventato per il cognato di Lucianone: Elisabetto, appunto, in quanto fratello della first lady Elisabetta Tulliani, quella per cui, quando veniva a Viterbo con Gaucci, si diceva i gioiellieri del centro facessero la ola per la contentezza (ma forse è solo una leggenda metropolitana). Bene, Tulliani prese malissimo la citazione del nickname Elisabetto e ordinò alla squadra un silenzio stampa ad giornalem, solo per il Messaggero. Quando si giocava in casa, i nostri cronisti, a partire dal grande Graziotti, non potevano andare in sala stampa. Una domenica mi trovai a seguire una trasferta della Viterbese a Castellammare di Stabia. Al termine della partita, tranquillo, me ne andai in sala stampa per le interviste ad allenatore e giocatori della Viterbese. A quel punto ecco comparire Elisabetto Tulliani che sembrava un leone in gabbia: voleva impedire che i suoi parlassero con il giornalista del Messaggero, ma per sua sfortuna non mi aveva mai visto. Andò in tilt, confuso anche dal mio accento nordico. Finì, ovviamente, lui con le pive nel sacco e io con le pur non memorabili interviste. Ecco, allora non avrei mai pensato che dal giovane rampante vicepresidente della Viterbese, Giancarlo Tulliani, sarebbero dipese, un decennio dopo, le elezioni anticipate e le sorti del Paese. Le vie del Signore sono infinite.

ferragosto, messenger, facebook, googletalk, sms, chatroulette: c'è nessuno????

copia e incolla da ilmessaggero.it

di Mauro Evangelisti
Ecco forse domenica succederà davvero. Ferragosto, tutti in spiaggia, in viaggio, sulla cima della montagna russa estiva. Accenderemo il computer o lo smartphone e per la prima volta non troveremo neanche uno dei nostri innumerevoli e non di rado sconosciuti - amici di Facebook in chat, nemmeno il vecchio compagno di scuola che comincia memorabili conversazioni a base di ”ue, come stai?”; nessuno ci avrà taggato, pokato, invitato a un gruppo per difendere le ballerine scalze della Groenlandia, avrà commentato sagacemente il nostro stato o ironizzato su quella nostra foto scattata dopo tre vodka e redbull; nulla di nulla; Ferragosto, scopriremo che non ci sarà l’ombra di un contatto connesso al nostro indirizzo di Messenger, manco l’amica che avevamo conosciuto in Giappone e ogni tanto si fa viva con un ”hi, how are u?”; Ferragosto, faremo ”invia e ricevi” sulla mail (anzi, sugli indirizzi mail, perché mica ne avrete uno soltanto?) e ci risponderà il più assonnato degli ”zeromessaggi”, anche quelli dello spam saranno in ferie (pensare che a Ferragosto avrei comprato copiosamente Viagra tarocco o fornito con gioia i dati del mio conto in banca). Nessuno sulla chat di Yahoo, su Google talk, nessuno sui variopinti social network a cui siamo iscritti, nessuno perfino nel tempio del nichilismo, Chatroulette. Anche il cellulare: muto.

Ferragosto. Finalmente collegati, ma per un giorno scollegati da tutto e da tutti. Finalmente soli. Penseremo. Fino a quando un ”beep, beep” ci avviserà che c’è un Sms. Un tizio, che manco ci ricordiamo chi sia, ci manderà uno dei maledetti messaggi preconfezionati per dirci ”felice Ferragosto a te e famiglia”. E la magia - puf - scomparirà. A proposito, anche se in anticipo, felice Ferragosto a tutti. Scarica come file

martedì 10 agosto 2010

tormentoni: son soddisfazioni

il 17 giugno scrivevo:
"La ricerca del tormentone è essa stessa un tormentone (...) La canzone. Vabbè, favoritissima “Alejandro” di Lady Gaga. Questo è il vero fenomeno del nuovo decennio, la bionda nasuta ha messo nel cestino tutte le altre icone del desktop, sfornato video che bruciano Youtube e conquistato articoli ed analisi anche sui giornali più paludati. Outsider? Fra gli italiani promette molto bene ”Faccia come il cuore”, mentre Shakira con “Waka waka” ha il traino dei mondiali...

oggi repubblica.it certifica sui tormentoni dell'estate 2010 che si avvia a conclusione:
"
Non solo Waka Waka, l'estate 2010 suona di nomi esotici, ritmi afro-nord europei e i soliti motivetti destinati al dimenticatoio. Cinque minuti di musica per abituare l'udito alel melodie che non potrete sfuggire

1) Waka Waka - Shakira
La Colombia incontra il Sud Africa per questa hit (accusata di plagio) colonna sonora dei mondiali 2010. In molti sostenevano che sarebbe diventata un vago ricordo dopo le finali a Johannesburg ma grazie i fianchi sinuosi di Shakira, la coreografia a prova di bimbo che fa molto estate, Waka Waka si è conquistatata indiscutibilmente la vetta dei tormentoni estivi 2010

2) Alejandro - Lady Gaga
Se "il tormentone" avesse un volto, una voce e un paio di zeppe, nel 2010 sarebbero quelli di Lady Gaga perché non c'è serata, discoteca o spiaggia dove quasi tutti i suoi singoli non vengano suonati almeno una volta: da Bad Romance a Telephone ma ancora Poker Face e Just Dance. Questa è solo l'ultima in ordine di tempo, aspettando la prossima costruitissima provocazione

ma fini non era del centrodestra?

non capisco, fini-berlusconi:alleati per 15 anni e solo ora scoprono l'uno dell'altro che uno fa pasticci con case, donne e cognati e l'altro ha un concetto molto strano di giudici e legalità? il csx dovrebbe gridare: "guardate da chi è stato guidato, fini e berlusconi, il cdx per anni!". invece, mo sembra che anche la casa a montecarlo sia colpa di fassino...chiariamo: fini è uno dei leader storici del centrodestra

sabato 7 agosto 2010

fini, tulliani, berlusconi: ma guarda la coincidenza

metodo boffo/ ottime le inchieste de il giornale e libero su fini. che bello se le avessero fatte pure quando fini era un fedele alleato di berlusconi

giovedì 5 agosto 2010

elezioni elezioni elezioni

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di Mauro Evangelisti
Cuando Calienda el sol... ecco la canzone dell’ultimo scampolo d’estate, con i voti che la maggioranza ha raccolto in Parlamento che sembrano essere l’offerta di un ipermercato per un telefonino, 299.

Cuando Calienda el sol, aquì en la playa, corriamo a riposarci, in Sardegna, ad Antigua, ma vanno bene pure Montalto e Pinarella: è l’invito di Silvio Berlusconi, che ieri ai suoi parlamentari ha raccomandato «riposatevi, ricarichiamo le pile e prepariamoci alle elezioni». E per la serie «a Berluscò, ricordate degli amici», nella cena a Villa Miani con i parlamentari del Pdl, il premier ha anche fatto una promessa-premessa molto convincente: «Voi che vi siete comportati bene, sarete ricandidati». Tutti e 299. Ora come non mai Fini giustifica i mezzi.

martedì 3 agosto 2010

berlusconi, fini, metodo boffo: settembre scuro

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di Mauro Evangelisti
Che ne sarà di noi? Ora scopriamo che la legislatura barcolla, che Futuro e Libertà è un altro marchio al quale dovremo abituarci, che i nuovi numeri del Parlamento potrebbero portarci al voto prima di quanto immaginassimo, che forse a Berlusconi nemmeno dispiacerebbe perché è convinto di poter rivincere dando così una bella lezione all’ultimo della sua lunga lista di ex, Fini, intanto un parlamentare del Pdl fa sapere che a Fini bisognerebbe fare assaggiare il trattamento Boffo e non è proprio un bel segnale per la democrazia non tanto che si minacci la terza carica dello Stato ma che esista e sia già catalogato un trattamento Boffo mentre il leader della Lega ha parlato di venti milioni di persone pronte a battersi senza chiarire come, per fortuna, contro un governo tecnico, pensare che dopo la vittoria del 2008 questa maggioranza sembrava larga e infrangibile, non siamo fatti per una vita tranquilla...e intanto, intanto l’opposizione, rinvigorita dal grande bordello della maggioranza dovrebbe invocare con voce squillante elezioni con la convinzione di vincere, ma non è che questa voce si senta tanto bene, non c’è campo, forse la mano sinistra sta coprendo l’antenna.

Ecco, assistiamo a tutto questo, sempre più inquieti, magari con il pensiero che va a 30 anni fa, a quella bomba a Bologna, al Governo che neppure ci è andato alla commemorazione fosse pure per prendersi i fischi. Godiamoci agosto, un mojito in spiaggia, un bel libro sul balcone o replica di un buon film in tv, perché l’autunno promette pioggia, tempesta e pochi ombrelli.

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