giovedì 30 settembre 2010

la durata di un sogno

copia e incolla da ilmessaggero.it

Mauro Evangelisti
Se siete in grado di sopportare mugugni e lamentele di chi in sala non riesce a districarsi in una sceneggiatura che magistralmente ci chiude ubriachi in un labirinto, c’è un film da vedere che fa riflettere. Al di là delle caratteristiche della megaproduzione hollywoodiana che ovviamente propone molti effetti speciali, combattimenti, inseguimenti e più di un luogo comune. E’ “Inception” in cui il protagonista, interpretato da Leonardo Di Caprio, entra nei sogni altrui per carpirne i segreti o - e questa è la missione più difficile - per innescare idee e desideri.

Senza andare a rivelare trama e colpi di scena, il film recupera un concetto forte, già sviscerato da “Matrix” e, in fondo, anche da “Avatar”: quanto può divenire difficile comprendere quale sia la realtà vera, quale quella virtuale; quando la dimensione del sogno diviene la nostra realtà; quando la realtà ci appare solo come un ripiego. Quanto siano sfuggenti i confini fra vero e virtuale e quanto, a volte, preferiamo convincerci che quei confini non esistano.

Forse, il futuro è questo: la realtà fatta di carne e ossa perderà, lentamente, di importanza; quella virtuale, che sia un sogno o che sia un software, diventerà la nostra sostanza. Complicato? Non avete ancora visto “Inception”...

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