giovedì 25 agosto 2011

palinsesto roma

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di Mauro Evangelisti
Alemanno dice, più o meno: a Roma tutti questi omicidi sono causati dall’emulazione della fiction di Romanzo criminale. Ci si aspetta per le prossime settimane: il caso dell’infermiera malata di tubercolosi al Gemelli? vedi cosa succede a guardare troppe puntate del Doctor House; quelli che corrono in macchina e causano incidenti? sicuramente da bambini guardavano il cartoon giapponese Ken Falco e ora guardate che fine hanno fatto; i casi di omofobia sono in realtà l’effetto della noia subentrata per l’ultima serie di Will&Grace; le risse a Trastevere? ovvio, sono causati da la Pupa e il secchione, Uomini e donne e il più raffinato Grande Fratello; e i ragazzini che dicono le parolacce? troppe trasmissioni politiche con ministri che insultano (e s’insultano fra di loro).

Ah, la tv, nella parte politica del sindaco hanno sempre messo in guardia contro gli effetti deleteri della tv

mavaffankuduro

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di Mauro Evangelisti
Che estate 2011 ricorderemo? Ricorderemo un gruppo di amazzoni che chiederà asilo politico all'Olgettina, tanto per sdrammatizzare, anche se in Libia si sta morendo davvero? La ricorderemo per Vasco Rossi che ha scoperto Facebook, come un adolescente esuberante, anche se a lui tutto perdoni (e speri superi i suoi problemi di salute) perché a pensarci bene è l'unico cantante di cui nei momenti diversi della tua vita, anno dopo anno, c'è sempre stata una canzone diversa (quasi sempre molto bella) come colonna sonora.

Ricorderemo quest'estate perché la crisi è più crisi di prima che già c'era la crisi; e i governanti che ti chiedono soldi, ti impongono sacrifici, sacrifici veri, sono proprio coloro che per anni ti hanno detto che chi evadeva le tasse, insomma, andava compreso, condonato, che evadere non era così sbagliato; e pensi che se invece tutti le avessero pagate ora non ci troveremmo a questo punto e allora ti viene da rispondere con una parola non bella ma che risuona più o meno come il tormentone che sentiamo alla radio: Danza Kuduro.

fra' cacarella

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di Mauro Evangelisti
«Cacarella». Va bene porgere l'altra guancia, perdonare e pregare, ma alla fine anche al più paziente dei frati francescani scappa la frasetta che è un augurio a sedersi sul water con una certa frequenza. I frati francescani sono quelli del convento di San Salvatore al Monte a Firenze, città in cui l'invettiva colorata, anche bonaria, è di casa. Un misterioso ladro per due volte ha rubato due preziose edizioni della Bibbia dal leggìo della Chiesa.

I frati, dopo avere sostituito i volumi spariti, hanno appeso un cartello con un testo rivolto al furfante. C'è scritto: «Preghiamo il Signore che gli faccia venire una forte cacarella e che questa sia di stimolo per aiutarlo a non compiere nuovi furti». Se il ladro, invece di venderle, vorrà leggere le Bibbie che ha rubato, avrà tempo per farlo seduto sul water

domenica 14 agosto 2011

il nuovo romanzo chiedimi l'amicizia




Giovanni e Sandro sono due ventenni che devono fare i conti con la solitudine. Manuel è un bravo ragazzo in cerca d’amore.
Barbara, invece, è alla ricerca di una ragione di vita. Paco è un affascinante gay che sfugge le responsabilità. Lisa è una bella ragazza con tanti grilli per la testa. Insieme a Dragomir, al Conte, a padre Fernando, crescono, soffrono, sbagliano ma soprattutto vivono alla ricerca di uno stordimento momentaneo, di una felicità provvisoria, di una esistenza migliore.

Trenta storie che si intrecciano per dare vita ad un romanzo corale, ironico e pungente che scava nella normalità apparente del vivere quotidiano di una generazione sfuggente e caleidoscopica.


Codice: 978-88-96629-35-2Autore: Mauro EvangelistiNum. Pagine: 160

CARTA CANTA EDITORE
www.cartacantaeditore.it

giovedì 11 agosto 2011

stile british

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di Mauro Evangelisti
Il Regno Unito ha la tripla A, secondo Standard & Poor’s. I roghi, gli assalti alla polizia, gli scontri per strada, i saccheggi dei negozi a Londra sembrano raccontare altro. Sembrano dire, in uno scenario che pare importato da un film di fantascienza catastrofista, che benessere e tenuta del tessuto sociale non sempre hanno una perfetta corrispondenza con gli indicatori economici. E come in altre rivolte - se davvero per quella britannica può valere questa definizione - si affaccia ancora la rete. Utilizzata però da entrambe le parti, perché se gli organizzatori dei disordini comunicano con i Blackberry, la polizia risponde mettendo su Flickr le foto dei sospetti, riprese spesso dalle telecamera della videosorveglianza nella nazione dove forse ci sono più occhi elettronici a controllare le strade. Gli indignados in Spagna, gli studenti in Cile, la rabbia della Grecia, i roghi di Londra: il mondo ha dei sussulti, mentre le borse affondano. In Italia per ora minacciano proteste i calciatori.

mercoledì 3 agosto 2011

roma sporca roma

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di Mauro Evangelisti
Incredibile Roma. Nella grande comica dei manifesti abusivi che rende la città più sporca e senza decoro ecco una nuova puntata. Non bastava il Pdl che per combattere i manifesti abusivi aveva riempito alcuni quartieri di manifesti abusivi? Ora c'è di meglio: le istituzioni dialogano con i cittadini con i manifesti abusivi. Perfino attaccandoli con il nastro adesivo sugli alberi. Possibile? Possibile. Qualche settimana fa il Campidoglio aveva annunciato con orgoglio una nuova linea dura, durissima contro le discoteche che pubblicizzano eventi con volantini abusivi appesi ovunque. Bene, il Municipio XX - stesso colore politico del Campidoglio - per comunicare ai cittadini una modifica alla viabilità ha fatto tappezzare le strade di manifesti abusivi. Con tanto di logo dell'istituzione e firma del presidente. Hanno coperto pubblicità regolari, ad esempio, alle pensiline dei bus, ammassato manifesti su muri e lamiere, ma per non farsi mancare nulla al XX Municipio hanno persino usato alberi come pali, con tanto di nastro adesivo. Si dirà: ma è una comunicazione importante per la viabilità. È vero, ma si poteva ottenere lo stesso risultato mettendo manifesti negli spazi regolari. Ma forse al XX Municipio governato dal Pdl temevano che poi venissero coperti dai manifesti abusivi del Pdl che fa la battaglia contro i manifesti abusivi.

oltre la fiction

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di Mauro Evangelisti
Cosa avremmo pensato di uno sceneggiatore o di uno scrittore che ci avessero proposto una storia come quella delle agghiacciante tragedia norvegese? Un fondamentalista cristiano neonazista biondo e pazzo che progetta e mette in pratica un'apocalisse, fa esplodere una bomba nel cuore di una capitale pacifica e ordinata come Oslo e poi compie una strage sparando senza pietà a ragazzi intrappolati in un'isola?

Avremmo pensato che lo sceneggiatore e lo scrittore avevano esagerato, che va bene la fiction ma una storia così non reggeva. Eppure la realtà, purtroppo, supera gli steccati del credibile, paradossalmente capita che la realtà non sia realistica.

Cosa avremmo pensato quindici anni fa un film che ci avesse proposto le immagini di due aerei che si schiantano sulle torri gemelle?

Anche guardando la storia recente del nostro Paese, vengono alla mente casi in cui la realtà sembra ispirata, ma con effetti dilatati, appunto quasi non realistici, dallo sceneggiatore ardito di un film noir, pensiamo solo alla storia incredibile della sepoltura del boss della Banda della Magliana, Enrico De Pedis, nella basilica di Sant'Apollinare a Roma. Davvero, soprattutto nel territorio del male, non c'è fiction più imprevedibile della realtà.

povera patria

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di Mauro Evangelisti
Sono stato male interpretato. Ecco, se ne sentiva la mancanza di questa frase. Ieri un parlamentare europeo, uno degli esponenti più conosciuti di un partito che governa l’Italia - Mario Borghezio, Lega Nord - ha goffamente inviato le sue scuse alla Norvegia dopo che in una trasmissione radiofonica aveva spiegato di condividere al cento per cento le idee di Breivik, l’uomo che ha compiuto la strage a Oslo e nell’Isola di Utoya. Anche il ministro degli Esteri, Franco Frattini, aveva definito «farneticanti» le affermazioni di Borghezio e lo aveva invitato a scusarsi con il popolo norvegese. Borghezio ieri lo ha fatto, ma a modo suo. Malgrado in ogni secondo si possano ascoltare le sue frasi su Youtube, Borghezio non ha affermato «scusate, ho detto una sciocchezza», «scusate, mi sono spiegato male», «scusate, forse era meglio se mi stavo zitto, provavo a non seminare altro odio e a rispettare maggiormente le vittime di questa immane tragedia». No, per scusarsi, ha sostenuto che le sue frasi sono state «illegittimamente travisate». Da chi? Da Youtube? Qui il problema non è il multiculturalismo. Qui il problema è la monocultura di chi non riesce, almeno quello, neppure a scusarsi davvero.

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