sabato 25 gennaio 2014

sosti nel posto disabili? metto la tua foto su twitter

di Mauro Evangelisti

Tutto cominciò quando il comandante della municipale invitò i cittadini a segnalare via Twitter le auto in doppia fila. Arrivarono decine di foto. Roma si divise: molti parlarono di invito alla delazione e violazione della privacy, dissero che i vigili invece di giocare con i social network dovevano scendere per strada. Altri apprezzarono, perché i vigili non possono essere ovunque mentre i folli della doppia fila, dei parcheggi al centro delle piazze si moltiplicano.

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http://www.ilmessaggero.it/roma/senzarete/se_twitter_difende_il_posto_auto_dei_disabili/notizie/472524.shtml

lunedì 20 gennaio 2014

microspie alla regione lazio: storia infinita

di Mauro Evangelisti

«Tanto vale che chi governa la Regione Lazio trasmetta tutti i suoi movimenti con lo streaming on line, visto che, un presidente dopo l’altro, alla fine salta fuori sempre una microspia che lo controlla»: era più o meno questa la battuta che circolava ieri sui social network dopo che Nicola Zingaretti, con una iniziativa gemella di quella di chi l’aveva preceduto, Renata Polverini, ha annunciato di avere trovato una microspia (non tanto micro, per la verità) nella poltrona di una sala riunioni, nel palazzo sulla Colombo. Subito è partita la macchina dei sospetti, dei veleni, dei comunicati di solidarietà o condanna.
Eppure, basta mandare indietro il nastro dei ricordi, per trovare un’altra immagine da spy-story de noantri: 11 aprile 2011, primo piano di Renata Polverini dall’espressione turbata che mostra all’obiettivo una cimice.
PALAZZO DI VETRO
Pochi mesi prima in casa della Polverini (presidente dal 2010 al 2013) c’erano stati due strani furti. I suoi collaboratori oggi raccontano che a far decidere di commissionare la bonifica fu anche la scoperta che circolavano centinaia di badge rilasciati con molta faciloneria e che in Regione poteva entrare chiunque; le intercettazioni dell’inchiesta che ha portato all’arresto di Cerroni dicono che c’era anche il sentore di essere sotto osservazione. Qualunque sia la verità, la bonifica degli uffici della Polverini fece scoprire tre microspie e una microcamera. Due di queste microspie e la microcamera, si scoprirà più tardi, erano state installate dalla procura di Velletri, proprio nel corso della lunga indagine sui rifiuti (che ha portato, tra l’altro, all’arresto di due dirigenti, ma nella quale sia Renata Polverini, sia l’allora assessore ai Rifiuti, Pietro Di Paolo, non sono indagati). «La terza microspia era più vecchia, una tecnologia superata, non si è mai scoperto chi l’avesse messa, magari stava lì da chissà quanto tempo» ricorda Ronghi. «Se era lì dai tempi miei - scherza Francesco Storace, governatore del Lazio dal 2000 al 2005 - al massimo mi avranno sentito russare». Eppure, anche ai tempi di Storace non mancarono le emozioni per gli amanti delle spy-story: una microspia fu trovata nell’ufficio dell’allora assessore regionale Marco Verzaschi. 
L’ASSOLUZIONE

Un’altra spy story oinvolse lo stesso Storace, che nel 2005, durante la campagna elettorale, fu chiamato in causa per un’intrusione informatica nell’anagrafe del Campidoglio. Fu assolto con formula piena. Storace: «Si partì con lo spionaggio e si finì con l'assoluzione con formula piena per tutti». Ma al di là del lieto fine, anche quella vicenda alimentò la leggenda che vuole il governatore del Lazio, chiunque sia, seguito da una nuvola grigia di jella. Al centro di storie di pedinamenti, agguati, ricatti e filmati estorti illegalmente fu Piero Marrazzo (governatore dal 2005 al 2009), che ha pagato un alto prezzo per quel video ripreso da alcuni carabinieri-ricattatori in via Gradoli.

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